Martedì 28
giugno, presso uno degli edifici dell’Università di Torino, si è tenuta la
conferenza stampa indetta dalla Flaica Cub insieme ai lavoratori esternalizzati
che prestano servizio in Ateneo, per denunciare la situazione in cui si trovano
ormai da diversi mesi, privati del rispetto di quello che dovrebbe essere il
trattamento salariale previsto
Una condizione
precaria la loro, sempre appesa al rinnovo degli appalti in essere, che nel
caso delle e dei dipendenti REAR tocca il paradosso: Pur essendo presente nel
capitolato della gara d’appalto un richiamo preciso alla cifra di 6,80 euro di
paga minima oraria, queste lavoratrici e lavoratori vengono pagati con il CCNL
dei servizi fiduciari che prevede una paga oraria nettamente inferiore e
nessuna differenza tra mansioni diverse.
“Abbiamo già
denunciato questa situazione e abbiamo chiesto all’Università di operare il
pagamento in surroga delle lavoratrici e lavoratori in modo da ripristinare la
legalità dei pagamenti -dichiarano dalla Flaica di Torino - L’università
non risponde a queste richieste e non dimostra di voler affrontare i nodi
cruciali della situazione. Basti pensare
a quanto avviene nelle biblioteche universitarie ormai gestite quasi solo da
personale esternalizzato. Nel piano organico triennale, nonostante i fondi
straordinari stanziati con il PNRR, non sono previste assunzioni nel settore
biblioteche.
Nel denunciare questa situazione vogliamo ribadire che le soluzioni per
superare la stagione degli appalti ci sono e sono percorribili. L’università infatti
è socio unico di più di una società partecipata, Società che gestiscono alcuni
aspetti dell’Ateneo e che potrebbero tranquillamente assorbire lavoratrici e
lavoratori esternalizzati, garantendo un salario dignitoso e la sicurezza di
non dover passare ogni volta dal rinnovo delle gare d’appalto con la
conseguente precarietà legata a questa condizione.
Particolare
che ispira poca tranquillità – aggiungono - è la scelta da parte dell’Università
del consulente che dovrebbe accettare la regolarità dei pagamenti nell’appalto
vinto dalla società Rear: Si tratta dello studio Tosi, protagonista di parte
datoriale del processo che ha accertato il legame da lavoro dipendente intercorrente
tra le società di consegna del cibo a domicilio e i rider che lavorano per loro.
In altre
parole uno studio che ha supportato pretese feudali da parte dei datori di
lavoro e che si è distinto nel disprezzo dei diritti di lavoratrici e
lavoratori.
Una scelta
come minimo discutibile”.