La delegata Cub
Sanità di Firenze Paola Sabatini era tra coloro che a inizio luglio hanno
partecipato alla mobilitazione indetta per portare all’attenzione della Regione
le gravi carenze e problematiche che da tempo condizionano il lavoro degli
operatori delle strutture pubbliche e di conseguenza il servizio offerto alla
cittadinanza. Il Coordinamento regionale salute, ambiente, sanità sta infatti
portando avanti con impegno la denuncia e la proposta di alternative al modello
di gestione che la Regione sembra aver imboccato, in accordo con gli indirizzi
nazionali.
A essere rivendicata dai lavoratori è in alternativa il mantenimento di una
sanità gratuita, pubblica, universale, implementando quanto si è andato via via
perdendo.
A venire
criticato, nell’intervento della delegata Cub, sono stati il blocco delle
assunzioni che permane con la diretta conseguenza di caricare oltremodo di
lavoro gli operatori presenti nelle varie strutture, togliendo tempo allo
svolgimento delle mansioni per la cura e l’accudimento dei degenti. “I
disagi per gli operatori aumentano e a questi si sommano quelli che devono
scontare i pazienti e i loro famigliari e in genarle i cittadini che hanno
necessità di accedere alle strutture sanitarie pubbliche. Per questo
chiediamo alla Regione Toscana lo sblocco delle graduatorie, dato che dei
concorsi sono stati indetti e le graduatorie attive in tutta la Regione sono lì
a dimostrarlo: nella sola ASL Toscana centro, al momento ci sono novecento
OSS in graduatoria, che aspettano di essere chiamati a lavorare nelle
strutture. Nel frattempo invece osserviamo che negli ospedali il carico di
lavoro cresce a dismisura e per sopperire alla situazione vengono assunti
lavoratori interinali e i reparti vengono chiusi per mandare le persone in
ferie”.
Nelle strutture
appaltate come le Residenze Sanitarie Assistenziali e quelle per Disabili, per
l’assistenza ai degenti continua a vigere la logica del ‘minutaggio’, spiega la
Sabatini, per cui il tempo per gli anziani e i fragili residenti si riduce
all’osso. Regione Toscana infatti prevede che per essere accreditata una
struttura sia in grado di fornire due ore al giorno di assistenza a ciascun
paziente anziano non autosufficiente. Ma và considerato che alla scarsità del
numero di operatori si aggiunge che i pochi attivi non vengono sostituiti nel
caso di assenza, per malattia, permessi piuttosto che per la 104.
Per questo la
Cub chiede alla Regione di assumere altro personale, di sbloccare le
graduatorie regionali, di andare oltre il sistema del ‘minutaggio’ nella
gestione dei carichi di lavoro da dedicare ai pazienti. Altro aspetto centrale
indicato nell’intervento al presidio in regione è stato quello della sicurezza
sui luoghi di lavoro, che non può essere ridotta alla somministrazione del
vaccino per la Covid-19 agli operatori dato che, come ormai ampiamente
riscontrato, il virus è entrato e si è diffuso nelle strutture, seppur
protette. Anzi, aver impedito ai parenti di recarsi liberamente dai propri
congiunti non ha evitato la diffusione del contagio e ha invece prodotto
situazioni al limite del disumano, con persone fragili che da due anni vivono
al in quello che di fatto è un regime di isolamento coatto, con le ovvie
conseguenze a livello psicologico e di progressione delle patologie
neurologiche. “Ben altre sarebbero le misure a tutela della salute pubblica
da introdurre, in primis la distribuzione di tamponi gratuiti e soprattutto il
reintegro dei lavoratori sospesi, che saranno lasciati a casa a decine senza
stipendio fino al 31 dicembre di quest’anno perché non vaccinati, una misura
che, ormai è evidente, non ha più ragione di esistere”.
Ascolta qui: L'intervento di Paola Sabatini