In INPS, come del resto in tutta la Pubblica Amministrazione, serve un percorso di lotta per RIVENDICARE ed OTTENERE prioritariamente:
- forti aumenti salariali al fine di equiparare i salari al costo della vita;
- la tutela e l’applicazione di tutti i diritti fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione;
- il pieno riconoscimento del diritto alla salute, al lavoro ed al salario, contrastando ogni sorta di discriminazione a partire dal ricatto del lasciapassare verde che non è una misura sanitaria, in quanto non ha assolutamente garantito il contenimento della diffusione del covid-19, ma appare sempre di più come uno strumento di controllo sociale;
- una riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a parità di salario per ridurre la disoccupazione e per migliorare complessivamente le condizioni di vita;
- un piano di assunzioni mirato concretamente a ridurre le gravi carenze d’organico;
- la cancellazione di ogni sistema di valutazione collettivo e/o individuale finalizzato al pagamento del salario accessorio, con il graduale inserimento dell'intero salario nella retribuzione base;
- un’organizzazione del lavoro condivisa con le/i lavoratrici/tori e finalizzata concretamente a garantire condizioni di lavoro ottimali e la qualità dei servizi erogati;
- una formazione periodica adeguata e finalizzata all’acquisizione di conoscenze e competenze;
- soluzioni adeguate all’annoso fenomeno del “mansionismo” relativo alle/i lavoratrici/tori che svolgono mansioni superiori senza il riconoscimento della giusta retribuzione e contribuzione (ad uguali mansioni uguali salari), prevedendo la certificazione delle mansioni e dei compiti;
- la revisione dei codici disciplinari inaspriti in nome di una repressione crescente di ogni eventuale conflitto;
- una riduzione drastica della forbice tra la retribuzione media annua di un dirigente e quella di un dipendente dell’area A;
- il ricorso allo smart working o telelavoro, con una regolamentazione ampiamente flessibile e condivisa con le/i lavoratrici/tori (senza escludere l’attribuzione dei buoni pasto), finalizzato concretamente a conciliare lavoro/vita privata ed utilizzato anche come risposta organizzativa alla mobilità nazionale e/o regionale;
- la proroga delle previste tutele (smart working e tutele previdenziali) per le/i lavoratrici/tori in condizione di fragilità, affidando all’autonomia e responsabilità dei medici di medicina generale il riconoscimento dello stato di fragilità;
- la garanzia di un servizio sanitario pubblico e gratuito che impedisca la mercificazione della salute e la legge del profitto, di un sistema fiscale realmente equo e di una previdenza sociale pubblica che preveda pensioni adeguate al costo della vita.
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Giugno 2022
CUB Pubblico Impiego
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