A quanto
risulta, l’offerta più appetibile è stata quella proposta dal duo Msc e
Lufthansa, per aggiudicarsi, presumibilmente entro giugno, una porzione della
neonata compagnia aerea Ita, compreso handling e manutenzione dei velivoli
La valutazione delle
offerte spetta al ministro dell’economia Franco, che sul tavolo ha da un lato da
un lato la proposta Msc-Lufthansa, dall’altro Certares, assieme ad AirFrance-Klm
e Delta.
I primi
offerenti hanno messo sul piatto circa 1,2 miliardi, con Lufthansa che
arriverebbe anche al 20% del capitale di Ita, fino alla cifra di 240.000 euro,
un esborso di capitale piuttosto contenuto che darebbe ai tedeschi il
predominio nello scalo di Fiumicino. In prospettiva punterebbero sull’aeroporto
di Linate come hub passeggeri e su quello di Malpensa per il cargo.
La cordata
composta da Certares, AirFrance-Klm e Delta offre invece una cifra inferiore al
miliardo, puntando più sugli aspetti operativi del piano di sviluppo della
società. Resta il problema, per la compagnia franco-olandese, di non poter
superare il 10%nel capitale di Ita a causa dei paletti europei in materia di
concorrenza, secondo a Bruxelles i prestiti pubblici vanno restituiti prima che
vengano realizzati nuovi investimenti strategici.
I sindacati
Cub e AirCrew commettee
Cub e AirCrew
commettee hanno proclamato uno sciopero per il prossimo mercoledì 8 giugno per
i
lavoratori di
Alitalia Sai in amministrazione straordinaria e di Ita. A essere messa sotto
accusa la vendita di Ita e il disimpegno da parte di Ita Airways, per i pre-accordi
con Swissport e Atitech, nelle attività di handling e manutenzione. Viene
richiesta la salvaguardia dei livelli occupazionali, salariali e normativi di
coloro che lavorano per handling e manutenzione. Infatti l’intesa raggiunta da
Alitalia in amministrazione
straordinaria con
Swissport prevede l’assunzione di 1451 lavoratori su 2451 addetti in forza nel settore
stesso. E cioè mille unità in meno rispetto alle attese. “Anche nella vicenda della
vendita dell’handling AZ si conferma il pericoloso disegno del Governo Draghi, che
non solo ha preteso di ridimensionare Alitalia e di
avviare alla
privatizzazione Ita ma, addirittura, di escludere la partecipazione della nano-compagnia
pubblica dalla società che gestirà le attività di terra presso lo scalo di
Fiumicino - scrivono i due sindacati in una nota – una scelta miope e
pericolosa che non ha certo imposto la UE che al contrario aveva avallato il
mantenimento della proprietà da parte di tale società da parte della stessa Ita”.
Altra questione
è poi quella rappresentata dal destino dei lavoratori del call-center Covisian,
per cui sembrava esserci stata un’apertura da parte di Altavilla disponibile a
un tavolo negoziale con il ministro del lavoro Andrea Orlando, disertato però inizialmente
dal manager di Ita.
Al momento la
situazione dei 534 operatori ex Almaviva e Covisian è in stallo, con le
trattative che ancora non sono ripartite.