Martedi 19 luglio 2005 il giudice Dott.ssa Vitali ha emesso il dispositivo esecutivo della sentenza di primo grado con la quale annulla la Cigs per un lavoratore impiegato delle tecnologie, ne ordina il rientro e il pagamento delle differenze retributive. È la seconda sentenza favorevole ai lavoratori impiegati. Questa è la seconda di una serie di cause individuali in corso di svolgimento che riguardano i lavoratori impiegati messi in Cigs nel dicembre del 2002. La prima causa è stata vinta nel mese di maggio. Tra settembre e dicembre saranno emesse altre sentenze di cause già in corso.
Inoltre i nostri legali stanno presentando ricorsi per altri lavoratori impiegati.
Fiat Auto: attualmente sono in Cigs 27 impiegati dal dicembre 2002 di cui 12 di Direzione Tecnica, 4 Vamia e 11 provenienti da Cs e altri settori degli enti centrali.
Powertrain:sono in Cigs 11 impiegati da ottobre 2004. Per questi lavoratori ( ndr così come per tutti coloro che operavano sul motore 6 cil) la Cigs scadrà il 3 ottobre 2005 e l’azienda si appresta a chiedere una proroga di un altro anno fino a ottobre 2006.
Purchasing: 6 impiegati sono in Cig ordinaria da maggio 2005. Per questi lavoratori l’azienda ha appena aperto la procedura per rinnovare la Cig fino al 20-11-2005. Sulla procedura giovedì 14 luglio la c’è stato un incontro presso l’assolombarda tra l’azienda e la Flm Uniti- Cub nel quale abbiamo espresso parere negativo in quanto l’azienda, usando in modo improprio la Cig ordinaria, ha di fatto chiuso l’ufficio e spostato il lavoro a Torino. Su Purchasing abbiamo presentato anche un esposto all’Inps, all’ispettorato e al ministero.
Esistono le condizioni per il rientro dei lavoratori degli enti centrali
Per i lavoratori degli enti centrali, la FlmUniti ha presentato nel 2003 e nel 2004 e nel 2005 una serie di esposti all’Inps e ai vari ministeri e ispettorato del lavoro per denunciare che in presenza di Cigs si è gonfiato il lavoro all’esterno (circa 1,5 milioni di ore all’anno) e che esistono le condizioni per il rientro immediato di tutti i lavoratori impiegati e operai.
Inoltre in questi ultimi due anni molti lavoratori si sono dimessi e non sono stati sostituiti e alcune decine di lavoratori hanno già dato disponibilità al pensionamento entro la fine del 2005.
Progettazione, sperimentazione e stile non siano scatole vuote.
Nell’ultima assemblea degli azionisti Fiat, ad una precisa domanda fatta dai delegati FlmUniti-Cub, Marchionne e Montezemolo hanno risposto che ad Arese rimarrà la progettazione, sperimentazione e stile delle vetture Alfa. Ciò è un fatto positivo, ma se non vengono rimpiazzati i lavoratori che si dimettono e se non rientrano coloro che sono in Cigs il tutto rischia di essere una scatola vuota.
Guardare al futuro
Continueremo a difendere i lavoratori anche attraverso le cause. Riteniamo però che è necessario dare una prospettiva futura allo stabilimento di Arese attraverso la costituzione del polo delle auto sportive Alfa-Ferrari-Maserati e l’attuazione del polo ecologico promosso dalla Regione Lombardia, condizioni indispensabili per difendere l’esistente e per dare un posto di lavoro stabile ai lavoratori in Cigs e difendere i posti di lavoro ancora esistenti.
Arese 21-7-2005
In sostanza si torna alle condizioni di partenza, con l’aggravante che è necessario trovare altri partners e che non è noto come le banche gestiranno le azioni di cui sono in possesso.
L’ex amm. delegato l’anno scorso sosteneva che era meglio una quota di mercato inferiore con margini di profitto piuttosto che una quota di mercato maggiore con meno margini.
Il risultato è che oggi registriamo quote di mercato più basse e condizioni finanziarie peggiori.Anche il 2005 si caratterizza come un anno nel quale si persegue una forte riduzione dei costi a tutti i livelli che sommato all’indeterminatezza delle strategie industriali rischia di provocare danni irreversibili in termini di saperi professionalità e strutture produttive.
La produzione viene contratta oltre ogni limite accettabile, le quote di mercato continuano a diminuire e si sta attuando una selvaggia riduzione degli organici attraverso la Cig ordinaria.
Il segno dell’ultima espulsione di oltre 1500 impiegati e 250 operai è quello della precarietà permanente e della incertezza del futuro.In questo ambito l’espulsione di circa 550 tecnici di progettazione e il blocco per il 2005 di tutti i principali investimenti sul prodotto rendono evidente che l’obiettivo primario dell’azienda non sono i nuovi modelli, ma il pareggio di bilancio a scapito del futuro, con la perdita di tempo prezioso.
È l’ora di voltar pagina
Occorrono scelte strategiche per rilanciare il settore auto. La costituzione del polo delle auto di lusso Alfa-Ferrari-Maserati attraverso una societàà autonoma, la ricerca di nuovi partners per il marchio Fiat, la progettazione di nuove vetture di gamma alta e di nuovi motori 4 e 6 cil, l’intervento pubblico nel capitale sono scelte non più rinviabili.
Il piano strategico
È la domanda alla quale questo gruppo dirigente non ha ancora risposto, salvo annunciare un imminente aggiornamento. Il piano conosciuto, illustrato dall’ex amm. delegato auto Demel si incentrava sul segmento C ( quello della Stilo) e annunciava l’abbandono dei segmenti alti. Adesso che c’è stato un ricambio di governance, i progetti sul segmento C sono fermi; sulla gamma alta non si sta facendo niente, salvo gli annunci di collaborazione tra Alfa e Maserati, sui Suv siamo in alto mare. Tutto è lasciato al buon esito dei modelli in fase di lancio (Nuova Croma, 159, Brera, nuova Punto). Tra l’altro il progetto della nuova Stilo è stato dato chiavi in mano alla azienda dove è ritornato Demel. È la sua liquidazione?
Per l’auto serve un piano aggressivo di rilancio tenendo conto che esistono due mercati: quello delle aree sature dove vende chi produce modelli considerati quasi uno status simbol e quello dove l’auto è considerata ancora un bene d’uso.
La Fiat è posizionata su segmenti di prodotto che generano un ridotto margine operativo.Per risalire la china occorrono ingenti investimenti che Fiat da sola non è in grado di sopportare.
Da tempo rivendichiamo la costituzione di una societàà autonoma, distinta da Fiat, che raggruppi il meglio della produzione automobilistica Italiana. Tale societàà potrebbe attrarre sicuramente investitori privati e pubblici, non attratti dalla Fiat così come oggi configurata.
Se si costituisce il polo delle auto di lusso Alfa-Ferrari-Maserati diventa centrale mantenere ad Arese lo stile, progettazione e sperimentazione delle vetture Alfa, ha senso ritornare ad investire prepotentemente nella gamma medio alta, ha senso progettare un pianale adatto per entrare nel mercato americano.
Ecco perché è serio ripensare ad Arese il 6 cilindri a benzina e/o di un nuovo 6 cilindri diesel.
In questo ambito è possibile ridare un ruolo produttivo di auto e di motori ad Arese e saturare lo stabilimento di Modena della Maserati.
Fino ad ora il gruppo dirigente si è solo limitato ad annunci di circostanza di un mezzo polo e di una presunta collaborazione tecnica per ridurre i costi. Non basta occorre andare oltre in tempi rapidi.
La ricerca di nuovi partners per il resto di Fiat Auto
Per il marchio Fiat è indispensabile la ricerca di nuovi partners. In questo ambito va considerato seriamente anche l’ingresso di capitale pubblico sia attraverso lo Stato, in forma diretta come nel caso francese, sia tramite le regioni dove sorgono i maggiori insediamenti come nel caso tedesco.
È fondamentale che in Italia rimanga il settore auto, questo deve essere da sprone, non solo per la Fiat, ma anche per il governo in quanto l’auto ha un valore trainante per l’insieme dell’economia.La ricerca sull’auto a basso impatto ambientaleDopo lo scioglimento di Vamia, Fiat è uscita da questo settore strategico per il futuro.
Se fatta seriamente, la ricerca e la progettazione sull’auto ecologica può avvalersi dei fondi messi a disposizione dal governo, dalla Cee, dalle Regioni, oltre che consentire un vantaggio in termini di innovazione con ricadute su tutto il settore auto.
Alla Fiat chiediamo perciò di aderire al progetto del polo della mobilità sostenibile promosso dalla Regione Lombardia. È evidente che senza un’azienda automobilistica questo polo non può decollare, come si è dimostrato in questi mesi. Non serve perciò fare ostruzionismo, ma collaborate fattivamente.
La fine della joint venture con Gm impone una accelerazione delle scelte motoristiche. L’attenzione degli ambienti economici si è concentrata sull’esborso di soldi liquidi da parte di Gm.
Merita attenzione invece la parte industriale: GM si è tenuta la comproprietà dello stabilimento e del motore diesel piccolo e della tecnologia del diesel 2000 cc, in compenso fornisce motori benzina a 4 e 6 cilindri che rischiano di offuscare il marchio Alfa.La joint venture con Gm aveva causato la chiusura della produzione del motore 6 cil. Alfa ad Arese, cessata nel mese di settembre 2004.
Ora viene alla luce un clamoroso errore industriale in quanto sono state quasi esaurite le scorte di 5.000 motori. Dal prossimo mese di ottobre non ci saranno più motori 6 cil. da montare su 166, Thesis, Alfa GT e Gta.
In particolare l’Alfa Gt, che è appena arrivata sul mercato dovrà essere prodotta almeno per i prossimi cinque anni, mentre le altre vetture saranno prodotte fino al 2007.Sarebbe un “delitto” commerciale se da ottobre si perdessero ulteriori quote di vendite per mancanza di motori 6 cil.
Occorre far partire la progettazione di nuovi motori a benzina a 4 e 6 cil. di alta cilindrata in quanto la Fiat non ha più motori propri e occorre puntare al futuro con la ricerca sui motori a basso impatto ambientale.
Vi sono inoltre 850 lavoratori in attività (570 Fiat, 200 Powertrain, 60 Gesco, ecc).
La Fiat deve garantire loro il lavoro, mantenendo la progettazione, stile sperimentazione, la produzione del motore 6 cilindri, ricollocandovi attività produttive.
Proprio nei settori di progettazione, stile e sperimentazione è possibile da subito far rientrare tutti i lavoratori in Cigs, e in quei settori occorre assumere tecnici ed ingegneri.
L’accordo di recente firmato con la Regione Lombardia per la reindustrializzazione dell’area di Arese, prevede il mantenimento di una forte presenza dell’Alfa Romeo oltre all’impegno sul versante del progetto della mobilità sostenibile.Chiediamo di fermare i piani di smantellamento delle meccaniche e del settore sperimentazione.
Domande a cui chiediamo una risposta
23-6-2005
Gli azionisti
Carlo Pariani
Pierluigi Sostaro
Giuseppe Fiorito
Continuano le iniziative di mobilitazione per il diritto al lavoro: la Fiat deve garantirlo ridando un futuro allo stabilimento di Arese. Questo può avvenire attraverso:
in concomitanza con la tappa Lissone-Varazze, che passerà per Arese i lavoratori dell’Alfa in bicicletta percorreranno un pezzo di strada tra Ospiate e Arese subito prima del passaggio dei corridori.
ritrovo alle ore 10.30 presso la portineria Centrale Alfa dove partiranno i Ciclisti Alfisti fino ad Ospiate.
I ciclisti saranno preceduti da due vetture Alfa d’epoca e indosseranno una maglietta con su scritto “un futuro per l’Alfa Romeo di Arese”
BERLUSCONI E FORMIGONI INAUGURANO
LA FIERA MENTRE LASCIANO CHE
LA FIAT CHIUDA L’ALFA ROMEO LA CUB SARÀ PRESENTE DOMANI ALL’INAUGURAZIONE CON I LAVORATORI E I CASSAINTEGRATI PER RIVENDICARE IL RUOLO PRODUTTIVO DI ARESE NEL POLO ALFA-FERRARI MASERATI, LA PRESENZA FIAT NEL POLO DELLA MOBILITÀ SOSTENIBILE E L’INTEGRAZIONE AL REDDITO
Berlusconi e Formigoni inaugurano il nuovo polo fieristico di Rho-Pero mentre lasciano che la Fiat chiuda l’Alfa di Arese.
In questi anni:
Il governo, con l’accordo del 2002, ha condiviso il progetto Fiat di smantellare le produzioni di auto e motori dell’Alfa Romeo di Arese e di espellere i lavoratori in Cigs. Oggi che la Fiat disattende anche ai pochi impegni assunti in quell’occasione, è complice della definitiva chiusura di Arese e della perdita di ulteriori 800 posti di lavoro.
Il reddito dei 750 lavoratori in Cigs è sempre più insufficiente per vivere.
La Regione Lombardiaha proposto il progetto del polo della mobilità sostenibile che, nonostante gli accordi sottoscritti, non ha prodotto ad oggi nessun posto di lavoro. Se avesse usato per l’Alfa lo stesso impegno assunto per realizzare la fiera, ad Arese ci sarebbe qualcosa di concreto invece di belle parole.
La Fiat continua ad avere la lingua biforcuta: annuncia di non chiudere stabilimenti, di costituire il polo Alfa-Maserati e della nuova societàà motoristica mentre chiude la produzione del motore 6 cil., smantella la progettazione, sperimentazione e stile nonostante gli impegni assunti con Governo e Regione.
La FlmUniti-Cub ritiene che la difesa dell’Alfa Romeo di Arese passi attraverso
30-3-2005