COMUNICATO STAMPA
IL GOVERNO, LE FORZE DATORIALI NON POSSONO PENSARE DI METTERE LA SORDINA ALLE LOTTE DEGLI AUTOFERROTRANVIERI PARTORENDO TIRANDO FUORI DAL CILINDRO UN TOPOLINO
LA CUB TRASPORTI ASSIEME AL SINDACALISMO DI BASE CONFERMA LO SCIOPERO DI 24 ORE DI VENERDI' 15 DICEMBRE
Lo dice il coordinatore nazionale della CUB Trasporti Giampietro Antonini leggendo il testo della nota di Adnkronos sulla convocazione che dovrebbe esserci lunedì 11 dicembre a Palazzo Chigi, di Regioni, sindacati confederali di categoria e le aziende di trasporto per un incontro presieduto dal sottosegretario alla presidenza, Enrico Letta.
Se esecrabile è il comportamento del Governo, che si vanta di essere particolarmente vicino e sensibile ai problemi del mondo del lavoro, che solo al montare della protesta sempre più serrata della categoria degli autoferrotranvieri e dopo mesi di scioperi, circa dieci dall'inizio dell'anno, sembra di cercare affannosamente di rattoppare alla meno peggio la situazione,
Ancor più condannabile è di pensare di partorire il topolino di qualche decina di milioni di euro a fronte di una situazione del trasporto pubblico locale di profondo disagio e di prospettive assolutamente nere.
Dice Giampietro Antonini della CUB Trasporti “è inaccettabile pensare di far tacere gli autoferrotranvieri dando loro una cifra risibile rispetto alle richieste legittimamente avanzate della categoria e non può essere accettato il fatto che pensi di chiudere la faccenda senza confrontarsi e ascoltare una parte significativa degli autoferrotranvieri rappresentati dal coordinamento del sindacalismo di base e la mancanza di risposte alle questioni che vedono la categoria mobilitata quali un reale recupero salariale adeguato a quanto previsto dall'inflazione attesa; la tutela del personale inidoneo alla mansione; il riconoscimento delle malattie professionali; il futuro del TPL e della mobilità dei cittadini che si vuole dare in mano ai privati “.
QUINDI VENERDI' 15 DICEMBRE LO SCIOPERO DI 24 ORE SENZA PROCLAMI E FALSE MINACCE ALLA CONFEDERALE' CONFERMATO NEL RISPETTO DELLE FASCE.
Per la CUB Trasporti
Giampietro Antonini
AMIANTO: Processo Breda/Ansaldo
I pubblici ministeri chiedono la condanna di 9 dirigenti della Breda Ferroviaria/Ansaldo per l’omicidio colposo di un lavoratore
Oggi 1° luglio, durante l’udienza del processo in corso da mesi, la Procura di Milano, rappresentata dai P.M. dott. Poniz e dott. Basilone, ha chiesto la condanna a 18 mesi di reclusione per 9 dei 12 dirigenti imputati di omicidio colposo per la morte, causata da mesotelioma pleurico (tipico tumore dell’amianto), di Giancarlo Mangione.
Fra i 9 dirigenti di cui è stata chiesta la condanna spicca il nome di Vito Schirone, assolto pochi mesi fa in un precedente processo per la morte di 6 operai della Breda Fucine perchè “il fatto non sussiste”, come se i 70 morti per amianto della Breda di Sesto San Giovanni non fossero mai esistiti.
Dopo anni di lotte e di battaglie, in fabbrica, nelle piazze e nelle aule dei tribunali, comincia a farsi strada anche a livello giuridico la verità storica che da oltre 15 anni gli operai della Breda e i loro familiari, organizzati nel nostro Comitato, stanno affermando, e cioè che i dirigenti tutto sapevano ma nulla hanno fatto per impedire queste morti annunciate.
Nonostante la richiesta di condanna dei P.M. di Milano, non ci illudiamo sul fatto che si faccia giustizia, perché sarebbe comunque una goccia nell’oceano.
Finora i tribunali hanno sempre dato torto ai lavoratori assolvendo i padroni: sappiamo bene che questo sistema vive e prospera sulla pelle degli operai e in nome del profitto non esita a calpestare la vita e la dignità umana, ma noi continueremo a lottare perché vogliamo giustizia non solo per gli oltre 70 lavoratori della Breda morti per amianto e altre sostanze nocive ma per tutte le vittime dello sfruttamento, perché questa è prima di tutto una battaglia di civiltà.
L’amianto è un pericoloso cancerogeno, che tuttora continua a provocare vittime non solo fra i lavoratori e i loro familiari ma anche fra i cittadini che, pur non avendo lavorato in fabbrica, sono anch’essi esposti a questo killer perché l’amianto non solo è uscito dalle fabbriche inquinando aria, suolo, falde acquifere, ma è tuttora presente in modo massiccio nelle nostre città, pertanto la nostra lotta è la lotta di tutti.
Tra settembre ed ottobre ci saranno le udienze conclusive del processo e il nostro Comitato come sempre sarà presente.
Sesto S. Giovanni, 1° luglio 2004
Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio