Questura di Milano
Ufficio Immigrazione
Milano, lì 14 dicembre 2005
Oggetto: Autorizzazione all'uscita e al reingresso nel territorio nazionale per i cittadini
stranieri in possesso della ricevuta di presentazione dell'istanza di rinnovo del permesso
di soggiorno e della carta di soggiorno.
AGLI ENTI INTERESSATI
Per opportunaconoscenza, si comunica che i cittadini stranieri regolarmente soggiornanti sul territorio nazionale e in possesso della sola ricevuta attestante la presentazione dell'istanza di rinnovo del permesso di soggiorno o della carta di soggiorno, che intendono far rientro in patria in occasione delle festività natalizie, sono autorizzati al reingresso regolare sul territorio dello stato, nel periodo ricompreso tra il 15 dicembre p.v. ed il 31 gennaio 2006, alle seguenti condizioni:
1. l'uscita ed il rientro in parola dovranno avvenire attraverso lo stesso valico di frontiera;
2. lo straniero dovrà esibire il passaporto, o il documento di identità equipollente, la ricevuta della presentazione dell'istanza di rinnovo del permesso di soggiorno oppure della carta di soggiorno, copia o originale del titolo di soggiorno scaduto o del quale è stato chiesto l'aggiornamento;
3. il personale preposto ai controlli di frontiera provvederà ad apporre il timbro di uscita oltre che sul passaporto anche sulla predetta ricevuta;
4. il viaggio non dovrà prevedere il transito in altri paesi Schengen.
Il Dirigente l’Ufficio Immigrazione Dr. Giuseppe De Angelis
27 ottobre 2005.
Permessi per lavoro, diritto al voto, cittadinanza, una legislazione più giusta. Non è avaro di suggerimenti il dossier "Immigrazione e globalizzazione" della Caritas, elaborato in collaborazione con Migrantes. E mons. Francesco Montenegro, presidente della Caritas italiana, non risparmia un duro attacco alla legge Bossi-Fini: ha causato, spiega, la "precarizzazione" della condizione degli immigrati.
Quest'anno il lavoro, a cominciare dal titolo, vuole evidenziare come "l'immigrazione è un potente fattore di cambiamento e di sviluppo nel mondo e gli immigrati sono i promotori di una globalizzazione più umana". "Bisogna operare per una progettualità dell'accoglienza - si legge nel report - nella convinzione che la più grande minaccia alla sicurezza non è la diversità bensì l'esclusione sociale: lo slogan immigrazione e globalizzazione' esprime questa esigenza".
I numeri
Nel 1970 gli immigrati in Italia erano 144.000, meno degli italiani che in quell'anno avevano preso la via dell'esodo (152.000). A 35 anni di distanza la situazione è radicalmente cambiata. Il dossier stima che oggi gli stranieri regolarmente soggiornanti sono 2 milioni e 800 mila, all'incirca lo stesso numero di Spagna e Gran Bretagna. Nell'Ue l'Italia viene subito dopo la Germania (7,3 milioni) e la Francia (3,5 milioni), mentre insieme alla Spagna è lo Stato membro caratterizzato da ritmi d'aumento più consistenti.
Gli sbarchi
Nel 2004 sono sbarcate 13.635 persone, in prevalenza nei mesi estivi, soprattutto in Sicilia. I flussi di ingresso irregolare nell'Ue ammontano annualmente a circa mezzo milione. In Italia l'arrivo via mare incide solo per il 10% del totale, mentre un altro 15% passa attraverso le frontiere e i tre quarti sono persone entrate con regolare visto e fermatesi oltre la scadenza.
Il 2004 è stato un anno di afflusso medio, con 131mila ingressi stabili. Protagonisti nell'accesso al lavoro sono la Romania (40% dei visti), quindi Albania, Marocco e Polonia, con quote tra il 15% e il 10%.
Il futuro
"Il futuro dell'Italia - ha sottolineato Franco Pittau, coordinatore del Dossier - sara' simile a quello attuale del Canada dove un sesto della popolazione è nato all'estero". A questa situazione occorre rispondere concretamente: Pittau ha avanzato "l'ipotesi di un permesso di soggiorno per la ricerca del posto di lavoro, come suggerisce il recente Libro verde dell'Ue da integrare con la Possibilità à di convertire in soggiorno per lavoro i permessi per studio, turismo o visita".
"Cordoglio per la strage di Schiphol - L'Unione metta al bando i CPT"
Unaltracittà/Unaltromondo esprime solidarietà e cordoglio ai familiari dei migranti uccisi dall'incendio nel CPT di Schiphol di Amsterdam, in Olanda.
Sono le ennesime vittime dell'anacronistica concezione politico-culturale che definisce l'Europa come una Fortezza.
Sono le ennesimevittime di un sistema che non concepisce i rapporti tra Nord e Sud del mondo se non in termini economici e militari.
A poche settimane dallo scandalo di Lampedusa appare sempre più urgente e necessario chiudere definitivamente con la politica dei CPT, veri e propri lager dove i diritti della persona si
dissolvono in nome di una presunta 'maggiore sicurezza' per gli europei.
Unaltracittà/Unaltromondoinvita perciò tutte le forze politiche dell'Unione ad inserire nel programma per le prossime elezioni la chiusura immediata dei CPT e un impegno concreto per politiche di accoglienza costruite insieme alle associazioni delle comunità di migranti presenti in Italia e alla societàà civile che da sempre si batte per il rispetto dei diritti della persona.
Milano 27 ottobre 005
CUB-Immigrazione