BANCARI CON I RISPARMI IN CIRIO E PARMALAT?
ECCO COSA SI PUO’ FARE
Banca Intesa ha concluso l’accordo con alcune associazioni consumatori per avviare una procedura conciliativa finalizzata al rimborso, almeno parziale, delle somme investite in obbligazioni Cirio, Parmalat e Giacomelli. Anche i colleghi, compresi gli addetti titoli, possono essere ammessi alla conciliazione, ma è nel loro interesse essere seguiti ed assistiti da una associazione consumatori.
La Cub-Sallca è disponibile, in modo del tutto gratuito e senza richieste di tessere, a fare da filtro con una delle principali e più serie associazioni firmatarie dell’accordo, la quale, anziché unirsi al coro contro gli addetti allo sportello, ha dato disponibilità a seguire le problematiche dei lavoratori-risparmiatori. Siamo, inoltre, a disposizione per seguire le pratiche d’ammissione al passivo Parmalat, da effettuarsi entro il 20 aprile.
Telefonate in sede o al numero 3336482341, dalle 10,00 alle 13,00 o contattateci via fax o posta elettronica.
Marzo 2004
C.U.B.-S.A.L.L.C.A. Credito e Assicurazioni
GRUPPO INTESA
RISPARMI IN CIRIO E PARMALAT?
ANCHE PER I BANCARI C’E’ QUALCHE SPIRAGLIO
Tempi duri per i bancari. Nella bufera mediatica scatenatasi per Cirio e Parmalat, qualcuno ha voluto puntare l’indice anche contro i malcapitati operatori di sportello.
Abbiamo già scritto, in altri comunicati, che i sistemi incentivanti, da noi pesantemente criticati e denunciati in altre circostanze, nulla c’entrano nell’occasione.
Anche perché oltre la beffa di un immeritato coinvolgimento nella vicenda, per molti c’è il danno di aver investito a loro volta nei titoli in questione.
Molte banche hanno dichiarato che, se in alcuni casi potevano essere valutati singoli casi meritevoli di rimborso, certamente sarebbero stati esclusi da questo discorso i dipendenti.
Abbiamo parlato di questo problema con l’Acu, un’associazione consumatori con cui abbiamo rapporti di collaborazione, che ci ha assicurato il suo impegno nell’affrontare l’argomento.
In particolare l’Acu, che ha sempre evitato di unirsi al coro contro gli addetti allo sportello, ci ha garantito la sua disponibilità a dare le consulenze necessarie per la tutela degli interessi dei lavoratori-risparmiatori. Un primo risultato è stato ottenuto: Banca Intesa ha raggiunto un accordo con alcune associazioni consumatori per avviare procedure conciliative finalizzate al rimborso, almeno parziale (in genere il 60%), per i possessori di titoli Cirio, Parmalat, Giacomelli.
Ovviamente sarà tutto da vedere come andranno le conciliazioni, ma il fatto importante è che anche i dipendenti della banca potranno partecipare alla procedura.
Nell’immediato, l’unica scadenza urgente riguarda la procedura di ammissione al passivo Parmalat, da effettuarsi entro il 20 aprile, senza costi.
L’Acu è disponibile a dare le informazioni necessarie, senza la necessità, quindi, di avvalersi del Comitato “spontaneo” dei risparmiatori Sanpaolo, con la conseguente perdita della disponibilità dei titoli. Comitato che, per la cronaca, ha subito le pesanti critiche di molte associazioni riunite nell’Intesa dei Consumatori.
Come sempre la Cub-Sallca si mette a disposizione dei lavoratori, senza contropartite (a nessuno sarà chiesto di iscriversi per questo).
L’eventuale adesione all’ACU costa 1 euro….. Per saperne di più telefonateci in sede (dalle 10,00 alle 13,00 dei giorni feriali) oppure utilizzate fax ed e-mail sottoriportati.
marzo '04
Cresce giustamente la preoccupazione dei risparmiatori che avevano acquistato obbligazioni della Cirio e della Parmalat; cresce però anche il pericolo che si crei una gran confusione, che impedisca di ricostruire cosa è esattamente successo.
Negli ultimi tempi si rincorrono notizie di iniziative di cause legali non meglio definite e qualcuno lancia accuse anche sui lavoratori delle banche, che avrebbero mal consigliato i clienti.
La Cub, attraverso la sua organizzazione di categoria, Cub-Sallca ha per prima (per molti versi anche da sola) denunciato pubblicamente le pressioni delle aziende bancarie sui propri dipendenti per la vendita dei prodotti finanziari e il nefasto ruolo assunto dai vari sistemi incentivanti nel favorire le tecniche aggressive degli addetti più ricettivi verso le politiche aziendali.
Chi volesse cercare in questi meccanismi, però, la chiave di lettura per le vicende dei recenti crack obbligazionari sarebbe fuori strada.
Nella stragrande maggioranza dei casi non ci sono state particolari spinte alla vendita di queste obbligazioni.
I budgets di vendita, cui sono sottoposti i dipendenti delle banche, riguardano il risparmio gestito, obbligazioni strutturate, fondi pensione individuali, polizze varie, non le obbligazioni di cui parliamo.
Al massimo può essere accaduto che, proprio per recuperare in parte le perdite determinate dai prodotti bancari tradizionali, qualche impiegato abbia consigliato obbligazioni ritenute sicure e con buon rendimento: Parmalat e Cirio, tra le altre.
Che questa interpretazione sia sensata lo dimostra il fatto che tra i possessori di queste obbligazioni figurano numerosi dipendenti di banca, compresi direttori di filiale e addetti alla consulenza in investimenti.
La nostra conclusione, pertanto, è che i dipendenti delle banche non sapevano; non abbiamo elementi per dire lo stesso per gli alti dirigenti. Proprio su questo, sulle responsabilità à dei vertici bancari, delle societàà di revisione dei conti, delle autorità preposte alla vigilanza, degli amministratori delle societàà coinvolte, sta indagando la magistratura.
Ci permettiamo, quindi, di suggerire ai risparmiatori, che già hanno subito un rilevante danno, di diffidare di chi chiede ulteriore denaro per lanciarsi in improbabili cause, la cui definizione non è, al momento, possibile, fino a quando la magistratura non avrà accertato le responsabilità à.
Proprio a questo fine, la procura di Milano ha prediposto una traccia di segnalazione, con la quale i risparmiatori possono precisare le modalità con cui l’investimento è stato effettuato (vedi sito Internet www.procura.milano.giustizia.it.).
Per il resto è meglio chiedere consigli ad associazioni serie come l’Acu (Associazione Consumatori Utenti), nelle cui sedi o sul cui sito (www.cub.it) è possibile trovare la stessa documentazione e una proposta di legge per la tutela dei risparmiatori.
Rispetto allo specifico tema della vendita dei prodotti finanziari nelle banche, Cub e Acu organizzeranno, prossimamente, un convegno di approfondimento. Su luoghi e date di queste iniziative, chi fosse interessato, troverà informazioni presso le nostre sedi o sui nostri siti Internet .
Torino 20 gennaio 04